Fondi o ETF: dove conviene investire?

Nozioni di economia

Quando si tratta di costruire un portafoglio di investimenti, una delle prime decisioni da prendere riguarda lo strumento più adatto per raggiungere i propri obiettivi finanziari. Fondi comuni di investimento ed ETF (Exchange Traded Funds) sono due opzioni molto popolari, ma presentano caratteristiche, vantaggi e limiti differenti che è fondamentale comprendere per effettuare una scelta consapevole.

La scelta tra fondi comuni e ETF (Exchange-Traded Funds) dipende dagli obiettivi di investimento, dal profilo di rischio e dalla strategia personale. Entrambi sono strumenti di investimento collettivo, ma presentano differenze significative.

Differenze tra Fondi e ETF

  1. Costi di gestione
    Fondi comuni: Solitamente hanno commissioni di gestione più alte, poiché sono gestiti attivamente da professionisti che cercano di battere il mercato. In alcuni casi, ci sono anche commissioni di entrata/uscita e commissioni di performance.
    ETF: Presentano costi molto più bassi perché sono fondi a gestione passiva che replicano un indice di riferimento (es. S&P 500, FTSE MIB). Non avendo una gestione attiva, richiedono meno costi operativi.
  2. Rendimento
    Fondi comuni: L’obiettivo della gestione attiva è battere il mercato, ma molti studi dimostrano che nel lungo termine la maggior parte dei fondi attivi non riesce a superare gli indici di riferimento.
    ETF: Poiché replicano l’indice, seguono il mercato, il che offre risultati solidi e prevedibili, soprattutto in mercati efficienti e stabili.
  3. Liquidità e trasparenza
    Fondi comuni: Non sono quotati in borsa e vengono liquidati a fine giornata, al valore patrimoniale netto (NAV). Può esserci un ritardo nel processo.
    ETF: Sono negoziati in borsa in tempo reale come le azioni. Puoi comprarli e venderli durante le ore di mercato a un prezzo immediato.
  4. Flessibilità
    Fondi comuni: Generalmente più rigidi; non puoi implementare strategie specifiche come lo short selling.
    ETF: Permettono maggiore flessibilità, inclusa la possibilità di fare short selling, acquistare a margine e utilizzare opzioni su ETF.

Qual’è la scelta migliore?

Molti studi sostengono che, solo pochi fondi a gestione attiva riescono a sovra-performare il loro benchmark nel lungo periodo ed è meglio quindi optare per la gestione passiva, cioè tramite ETF.

Se si investe in mercati meno efficienti (es. mercati emergenti), dove la gestione attiva ha più possibilità di successo e si ha una propensione al rischio più alta per provare a battere il mercato, la scelta più conveniente ricade sui fondi comuni.
Se invece si vogliono minimizzare i costi e seguire un approccio passivo, cioè replicare la performance del mercato nel lungo periodo, allora conviene scegliere gli ETF.