Cosa succede al petrolio?

Riflettori

Negli ultimi mesi il petrolio ed i suoi prezzi sembrano un campo di battaglia infinito. Cosa sta succedendo ai prezzi del petrolio?

Partiamo da molto lontano: durante il lockdown, ovviamente, la domanda di petrolio è calata moltissimo. Con quasi tutto il mondo fermo in casa, trasporti e industrie a scarto ridotto, il prezzo del petrolio è sceso così tanto che anche la produzione si è abbassata ad un livello bassissimo di 10 milioni di barili al giorno.

Perché i produttori di petrolio fermano la produzione?

I produttori di petrolio in certi casi sono costretti a rallentare la loro produzione per sostenere il prezzo nel momento in cui inizia a calare la domanda.

Ecco che torniamo al 2022: mentre il mondo si aspettava un ritorno alla normalità post-pandemica, la situazione in Ucraina è precipitata. Nel frattempo il dollaro si è rafforzato su altre valute.

Questa congiuntura ha causato numerosi problemi:

  • tutti i timori legati all’incertezza della situazione europea: tra guerra alle porte e i seri problemi legati alla dipendenza dal gas russo
  • tutti i timori legati al rallentamento dell’economia europea in un mercato globale
  • un dollaro forte che, soprattutto sui mercati internazionali, è un problema per chi acquista il petrolio visto che si paga in dollaro statunitense

In una parola: la domanda di petrolio scende.

Scende perchè con la recessione c’è meno utilizzo di petrolio. Basta il timore di una domanda che cala e prima ancora che questo si verifichi, ecco che le quotazioni scendono. Scende perchè chi deve cambiare valute di poco peso in dollari statunitensi oggi ha meno potere d’acquisto.

Come se non bastasse anche in Cina, tra durissimi lockdown sempre in agguato e crack finanziari di collossi immobiliari, la situazione non è rosea ed il gigante energivoro preoccupa i mercati.

Quindi ricapitolando: il prezzo del petrolio scende per i timori sulla domanda.

La risposta dell’OPEC

I Paesi produttori membri dell’OPEC hanno reagito decidendo di ridurre la produzione fino a 2 milioni in meno al giorno per sostenere il prezzo.

Una notizia che Europa e Stati Uniti non hanno preso: nell’intento di danneggiare la Russia con le sanzioni, un petrolio in calo era un’arma importante contro Putin ed allo stesso tempo un sollievo per i mercati interni alle prese con i rincari di tutto.

La notizia dell’aumento del prezzo del petrolio da parte dell’OPEC, fortemente voluta dai Sauditi non è stata presa bene dagli Stati Uniti, che in un periodo già teso con il tradizionale alleato saudita, hanno visto questa decisione come un avvicinamento a Putin.

Insomma il petrolio non è solo una risorsa ma una vera e propria arma di guerra e di diplomazia.

Riuscirà il taglio della produzione a scendere così tanto e fare alzare il prezzo? O continuerà a scendere?

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