L’intelligenza artificiale sostituirà l’investitore

Riflettori

La parola chiave di questi mesi è sicuramente Intelligenza Artificiale.
Sebbene, si tratti di un concetto di cui si parla da molto tempo, che ha scatenato sia importanti dibattiti accademici, etici e scientifici ma anche la fantasia di molti autori di film, romanzi e fumetti, mai come prima l’idea di AI è stata così pervasiva.

Sicuramente, il merito è della società OpenAI (che ha avuto tra i fondatori iniziali anche Elon Musk, oggi critico delle AI) e del suo ChatGPT: con questo software infatti l’accesso alle AI è diventato molto semplice ed intuitivo. Quello che un tempo erano complicati programmi oggi è un sistema discorsivo in cui basta fare delle domande per ottenere delle risposte.

Ora, per quanto ChatGPT sia abbastanza “rivoluzionario” per il modo in cui viene fornito il servizio, non è certo l’unica applicazione dell’Intelligenza Artificiale. Una di queste, delle quali si è parlato molto nel tempo è l’applicazione della AI alla finanza: è possibile automatizzare totalmente gli investimenti? Si arriverà un giorno ad avere Intelligenze Artificiali che “battono” i migliori investitori?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima capire a che punto è la tecnologia oggi.

Cosa si intende per intelligenza artificiale

Se quando sentiamo la parola “intelligenza artificiale” oggi (ad aprile 2023) ci aspettiamo di avere a che fare con un software cosciente come alcuni robot dei film di fantascienza che finiscono per provare sentimenti, siamo molto lontani.

L’intelligenza artificiale, per definirla nel modo più semplice possibile, è un tipo di software che riesce a funzionare oltre dei parametri base “imparando” dai dati che riceve. Questo concetto però può essere ancora fuorviante perché questo imparare non implica una conoscenza come quella “attiva” di un essere umano. Il software infatti non ha comprensione dei dati con i quali entra in contatto. Sa solo analizzare in modo statistico questi dati per ricostruire un output diverso che è statisticamente realistico.

Ad esempio: se chiediamo all’AI di riscrivere un testo “con lo stile di Dante Alighieri” non significa che le AI abbiano una capacità comprensiva e creativa, ma di analizzare tutti i dati relativi allo stile di Dante Alighieri e riprodurre qualcosa che molto probabilmente ci somiglierà molto.

Cosa significa questo nel campo degli investimenti

Se si prende l’investimento solo come un insieme di numeri e di dati da analizzare, che, senza bisogno di comprensione reale, deve solo tirare fuori una previsione accurata “statisticamente” potremmo dire che le intelligenze artificiali sono il futuro della finanza.
O il presente.

In teoria, queste statistiche accurate non sembrano aver rivoluzionato la finanza come sembrano aver rivoluzionato la creazione di digital art o la creazione di testi. Ancora non abbiamo notizia di software di AI impiegati su larga scala dai big della finanza per sostituire totalmente gli umani nelle decisioni. Perché?

Probabilmente proprio per quel neo nelle Intelligenze Artificiali non proprio così intelligenti: manca la comprensione e l’interpretazione del dato e della statistica.
L’AI quindi al momento diventa un supporto per l’essere umano, che facilita la ricerca di informazione, la velocizza ma non si sostituisce nelle decisioni.

Certo ci sono decine di tool ai quali si può chiedere di analizzare determinati dati e di trovare un pattern specifico che può anticipare un crollo o un rialzo, ma questo non garantisce più successo di un pattern individuato da un umano, ed anzi fino ad adesso gli umani sembrano avere l’ultima parola.

Forse un giorno non molto lontano, le AI sapranno fare previsioni accurate anche sulla finanza, ma quel giorno non è oggi.