Settimane importanti quelle che si sono susseguite in questo mese di giugno, a partire dalla banca centrale europea per poi proseguire con le altre banche centrali.
La Bce aveva deciso di lasciare i tassi invariati, ribadendo la necessità di rallentare il tasso di inflazione che continua a crescere, nonostante la congiuntura sia in deciso rallentamento.
Anche la banca centrale del Giappone ha seguito le orme della Bce lasciando il costo del denaro invariato. Tuttavia, a differenza di quella europea, l’inflazione resta su livelli decisamente contenuti.
Al contrario, la Fed e la banca centrale inglese continuano nella loro politica monetaria restrittiva alzando il costo del denaro rispettivamente di 75 punti base e di 25 punti base, assicurando i mercati sulla volontà di effettuare ulteriori rialzi.
Aspettative sui mercati finanziari
La reazione dei mercati finanziari è stata molto importante con discese consistenti su tutte le principali piazze mondiali segnando la possibilità di realizzare nuovi minimi.
Per questa nuova settimana ci aspettiamo mercati volatili, con ottime opportunità di breve termine per chi specula al ribasso. Per il lungo periodo, occorre monitorare le mosse delle banche centrali, soprattutto numero e sull’entità dei prossimi rialzi.
Questo scenario non promette nulla di buono. Si teme un maggior rallentamento dei consumi e degli investimenti che potrebbe provocare recessione in tante aree.
La combinazione di crescita negativa e inflazione ci porterebbe verso uno scenario di stagflazione che rappresenta l’incubo di molti economisti.
Fronte petrolio e oro
Giovedì è previsto un incontro tra il presidente americano Biden e alcune delle più importanti compagnie petrolifere con l’intento di abbassare il prezzo del petrolio. In questo inizio di settimana, i future su WTI e sul Brent hanno ritracciato in modo importante. In questo caso hanno pesato le preoccupazioni di un rallentamento economico, soprattutto negli Stati Uniti.
Contestualmente l’oro si trova in una fase di stallo con alcuni operatori che ritengono il metallo giallo non conveniente a cause dei tassi di interesse più elevati. Di fatto in tale fase è venuta meno la storica funzione protettiva del metallo giallo che non ha fatto registrare significativi apprezzamenti. Al contrario le quotazione si muovono in un range ben definito.