I BTP, Buoni del Tesoro Poliennali, ed i BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, appartenenti alla categoria dei “titoli di Stato”, sono spesso all’onore delle cronache.
I BTP sono uno dei modi con il quale lo Stato finanzia la spesa pubblica. In altre parole, lo Stato emette i titoli che vanno all’asta presso gli intermediari istituzionali autorizzati (Istituzioni Finanziarie).
La differenza tra BOT e BTP, senza entrare in tecnicismi, sta proprio nella durata: i primi hanno durata breve, di 3, 6 o 12 mesi, i BTP invece hanno durate che possono raggiungere anche i 50 anni.
Gli investitori vengono ricompensati a seconda della scadenza del titolo di stato. Infatti, con i BOT, l’investitore alla scadenza riceve il capitale investito più la differenza tra il prezzo pagato all’acquisto ed il valore nominale. Questo si chiama “scarto d’emissione”.
I BTP, invece, pagano interessi a intervalli regolari, ad esempio ogni 6 mesi, e poi restituiscono il capitale alla scadenza.
I titoli di Stato per il risparmiatore
Investire in titoli di Stato rappresenta un investimento di rischio medio/basso. Il rischio sta nel fatto che anche uno Stato può dichiarare bancarotta e quindi mettere a rischio gli investitori.
Le agenzie di rating calcolano Il rischio di default di uno Stato assegnando ai titoli un voto con lettere A e B e combinazioni di esse.
Lo Stato italiano deve convivere con problemi di debito pubblico e, proprio per questo motivo, spesso viene bersagliato dalle agenzie di rating. Nonostante tutto, possiamo affermare ci sono bassissime probabilità che uno stato rischia la bancarotta.
Anzi potremmo dire che il profilo non altissimo dei titoli Italiani presso le agenzie di rating conviene a chi acquista i titoli: infatti, se pensiamo ad una nazione considerata molto solida, come la Germania, per convincere gli investitori ad acquistare i suoi titoli ha bisogno di pagare interessi bassi, perché la certezza e la solidità compensano il guadagno minore. I titoli italiani, invece, pagano interessi più elevati proprio per convincere gli investitori. Su periodi invece molto lunghi il rischio potrebbe aumentare perché su un orizzonte di 10 e più, i rendimenti potrebbero oscillare molto rendendo poco conveniente l’investimento.
Il differenziale di interesse tra la Germania e l’Italia è il famoso spread bund/btp di cui si parla spesso nei media. Con questo termine ci si riferisce alla differenza dei rendimenti espressi in punti base tra il BTP italiano e il Bund tedesco con medesima scadenza.
Sicuramente i BOT ed i BPT possono far parte di una strategia di investimento diversificata proprio per i rischi mitigati.
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