Dollaro e inflazione: le variabili chiave del mercato

Analisi settimanale

Dopo un periodo di pausa, il dollaro riprende la sua corsa, rafforzandosi nei confronti delle altre valute. Le aspettative indicano che difficilmente potrà cambiare trend, almeno nel breve periodo.

La valuta americana si rafforza soprattutto nelle ultime sessioni di mercato caratterizzate dall’uscita di dati migliori delle attese.

Durante l’ultima riunione, la banca centrale americana ha sottolineato che, nonostante l’inflazione abbia avuto un primo segnale di arresto, dovrà comunque continuare la sua politica di rialzo dei tassi, almeno per tutto il 2022. Solo quando l’inflazione ricomincerà a scendere in modo deciso e strutturale, allora potremmo iniziare a vedere una vendita importante del biglietto verde.

Focus inflazione

Giovedì mattina, i dati sull’inflazione nella zona euro sono rimasti inalterati: l’IPC sia su base annua sia mensile è risultato in linea con le attese.
Diversamente nel Regno Unito, l’inflazione si è rafforzata portandosi ad un livello a doppia cifra su base annua (10,1%), mentre il dato core (senza il comparto alimentare ed energetico) è uscito a +6.2%.

Spostandoci dall’altra parte del mondo, in Giappone, il tasso di inflazione è salito ai massimi degli ultimi 8 anni, anche se con valori contenuti. Il rialzo dei prezzi, un +0,2% rispetto al mese di giugno, è stato causato in parte dalla debolezza dello Yen che continua a svalutarsi nei confronti di tutte le principali valute mondiali.
Infine, come detto prima, il tasso di inflazione americana ha mostrato un primo segnale di cedimento: i dati usciti la scorsa settimana sono risultati meno forti del previsto. L’indice principale dei prezzi al consumo su base annua è sceso all’8.5%, inferiore rispetto all’8.7% atteso.

Prospettive future

Come sempre, l’attenzione degli investitori è rivolta verso le decisioni delle banche centrali.

La Fed, che rappresenta il market mover per eccellenza, monitorerà i principali aggregati macro per capire come muoversi nella prossima riunione di settembre. Gli analisti si stanno già domandando qual è l’entità sul prossimo rialzo dei tassi: alcuni scommettono su un aumento più consistente intorno allo 0,75%, altri invece credono in un rialzo più cauto. Discorso diverso per la banca centrale europea, dove sembrano non esserci dubbi su un rialzo dello 0,50%.

Questa settimana, i mercati azionari restano poco mossi continuando la loro lenta salita verso nuovi massimi: l’S&P500 si avvia ad interrompere un rialzo consecutivo di quattro settimane. Stesso discorso per l’Europa con tutti i principali indici che chiudono la settimana in ribasso.

Per quanto riguarda le materie prime, dà segnalare l’importante supporto dei 90 dollari sul future del petrolio WTI che continua a tenere egregiamente. Le paure di un possibile calo della domanda spingono gli investitori a restare cauti su tale materia prima. L’oro sembra voglia continuare la sua fase laterale, anche se in leggero calo questa settimana.

Il mese di Agosto risulta statisticamente uno dei meno volatili dell’anno, ma non è escluso che possano esserci scossoni importanti. I dati macroeconomici in uscita continuano a confermare la recessione a cui stiamo andando incontro, nonostante le banche centrali mantengano le loro politiche monetarie restrittive. Il dollaro e l’inflazione saranno le variabili principali da tenere sott’occhio.