Nuovi dati macroeconomici in arrivo

Riflettori

Aumentano le paure per l’uscita dei nuovi dati macroeconomici, soprattutto in Europa caratterizzata dalla morsa dell’inflazione crescente e da una recessione ormai difficile da evitare.
In questa settimana, l’evento che sarà seguito con la massima attenzione dagli operatori è il simposio di Jackson Hole che riunisce, come ogni anno, i più importanti banchieri centrali. Fra i tanti ci sarà l’intervento del presidente della banca centrale americana, Powell, dal quale potrebbero emergere nuove indicazioni sul rialzo dei tassi di interesse atteso nella riunione di settembre.
Maggiori delle attese sono risultati gli indici dei direttori agli acquisti dell’area euro. Anche i dati sull’indice PMI manifatturiero tedesco hanno sorpreso le aspettative con un 49,8 maggiore del dato precedente di 48,2. Ricordiamo però che un dato al di sotto della soglia dei 50 segnala una contrazione dell’economia.
Giovedì, ci saranno altri dati macroeconomici importanti: sono attesi i dati sulla produzione dei beni e servizi in Germania e, nel primo pomeriggio (ore italiane), negli Stati Uniti. Entrambi sono previsti in leggero ribasso rispetto ai dati precedenti.

Indicatore di volatilità: VIX

La crescita del tasso di inflazione, la recessione che incombe all’orizzonte e le tensioni geopolitiche contribuiscono a creare incertezza sui mercati. Nonostante tutto, il VIX, cioè l’indice principale di volatilità del mercato sembra (fino alla scorsa settimana) non risentirne particolarmente.
Il VIX è calcolato utilizzando i prezzi delle opzioni sull’indice SP500 ed è espresso in percentuale. Definito anche come indice della paura, il VIX misura l’incertezza del mercato e offre agli investitori una stima della volatilità attesa.

In questo inizio di settimana, l’indice risulta in rialzo del 6% dopo aver raggiunto il supporto psicologico dei 20 in coincidenza con il rally dell’azionario di questo inizio di agosto.

Taglio dei tassi in Cina

Intanto, la Cina ha tagliato il tasso di riferimento per prestiti e mutui, con l’obiettivo di rilanciare l’economia che inizia a mostrare i primi segnali di debolezza frenata dal Covid prima e dalla crisi immobiliare poi.
Tuttavia, per la Banca Centrale Cinese (Pboc) c’è il rischio che continuare a sostenere l’economia potrebbe causare un aumento importante del livello dei prezzi. Inoltre, è importante sottolineare che l’azione della People’s Bank of China risulta in controtendenza con quanto sta accadendo a livello mondiale.

ISHARES MSCI CHINA ETF

L’ETF scelto dagli analisti di Quantistik (codice ISIN: US46429B6719) replica l’indice MSCI China, cioè l’indice principale cinese. Al suo interno ci sono le società cinesi più grandi e liquide quotate sulla Borsa Valori di Hong Kong.

Dal punto di vista tecnico ci troviamo in una forte area di supporto che potrebbe spingere i prezzi al rialzo. L’inserimento dello strumento all’interno di un portafoglio in ottica di diversificazione potrebbe essere una buona soluzione.

andamento grafico ISHARES MSCI CHINA ETF

La tabella mostra i drawdown in percentuali subiti nel corso del tempo. Ci troviamo in una fase di drawdown mai registrata in passato.

Tabella dei periodi peggiori dell’ISHARES MSCI CHINA ETF