Queste mese di settembre viene considerato dagli operatori come il più importante dell’anno: sono infatti attesi gli interventi delle principali banche centrali.
In Inghilterra, il nuovo Primo Ministro, Liz Truss, è impegnata nella preparazione del piano di governo con particolare focus sul contenimento dei costi dell’energia. La sterlina intanto ha rotto i minimi registrati nel febbraio 2020, e sembra soffrire di più rispetto alla valuta unica.
Tuttavia, nel vecchio continente, la situazione non è delle migliori. Giovedì, la BCE ha deciso di alzare i tassi di interesse di 75 punti base, cioè un rialzo di un’entità mai vista nella storia dell’istituto europeo. In base alle parole della presidente Lagarde, ci saranno nuovi aumenti dei tassi di interesse nelle prossime riunioni.
La prossima settimana sarà il turno della banca centrale inglese, mentre martedì 20 settembre toccherà alla Fed che, molto probabilmente, ritoccherà al rialzo i tassi di interesse di un altro 0,75%, portando il Fed Fund rate al 2,50%.
Prospettive di inflazione
Secondo le stime diffuse dalla BCE, il tasso di inflazione resterà nettamente al di sopra del livello obiettivo per ancora molto tempo. Già dal prossimo anno, gli effetti di queste manovre restrittive si trasmetteranno sull’economia reale contribuendo alla riduzione dell’inflazione.
Proprio per questo, gli analisti si aspettano un tasso di inflazione del 8% a fine anno, del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2024.
Sarà fondamentale capire i nuovi dati sull’inflazione in Europa, negli Stati Uniti e nel Regno Unito: le aspettative sono di una frenata dei prezzi, grazie al rallentamento della domanda.
Per quanto riguarda le prospettive di crescita futura, esse non sono certo rassicuranti: i prezzi elevati delle materie prime energetiche provocheranno un ulteriore ribasso del reddito delle famiglie e delle imprese che, a loro volta, causeranno una flessione significativa della domanda con ripercussioni sulla crescita economica mondiale.
Secondo molti analisti, la recessione a cui andiamo incontro, può essere decisamente peggiore di quella del 2008.
Situazione sui principali mercati finanziari
Questo inizio mese, gli indici americani hanno rialzato la testa, in particolare l’indice S&P500 che si è nuovamente riportato al di sopra dei 4.000 punti. Dall’altra sponda dell’oceano, bene anche le piazze europee a seguito della maxi stretta della BCE. Piazza Affari in forte rialzo sostenuta soprattutto dai titoli bancari.
Dal fronte materie prime, da segnalare la discesa del petrolio che sembra aver rotto la soglia dei 90 dollari e si prepara ad una inversione di tendenza. Staremo a vedere cosa succederà, anche a seguito dell’ultima riunione Opec che ha fatto intendere la possibilità di riunioni straordinarie in caso di forte volatilità sul mercato.