Nuova legge italiana sulla Fintech: il futuro della finanza?

Riflettori

Il mondo della finanza sta subendo un rapido cambiamento grazie alla diffusione della tecnologia digitale e l’Italia non è da meno. Nel 2021, il governo italiano ha introdotto una nuova legge sulla Fintech che mira a regolare e promuovere lo sviluppo del settore fintech nel paese. In questo articolo, esploreremo i dettagli di questa nuova legge italiana e il suo impatto potenziale sul futuro della finanza.

Il decreto legge Regolamento per l’Emissione e la Circolazione in formato digitale di strumenti finanziari, basato sulla tecnologia a registro distribuito del Marzo 2023, sembra non aver avuto la risonanza mediatica che si meriterebbe. Eppure, questa normativa che recepisce le direttive europee è un passo verso il futuro della finanza.

Cosa implica… senza tecnicismi

Per la prima volta nella storia, la legge disciplina la cosiddetta “tokenizzazione di asset finanziari”. Questo significa che strumenti finanziari come azioni e obbligazioni, vengono registrati sulla blockchain e possono essere scambiati attraverso piattaforme apposite.

Quali sarebbero i vantaggi? Trasformando l’azione in “token” (letteralmente gettone, cioè unità di dati sulla blockchain) diventa prima di tutto frazionabile. Questo significa che un’azione di 100€ può essere frazionata ad esempio in pezzetti da 1€. Cosi facendo, molti investitori, con poche possibilità economiche di investire e di diversificare, possono possedere comunque una quota reale e non uno strumento derivato.

Questo, unito a maggiore efficienza e velocità, con mercati automatizzati e sempre aperti senza necessità di intermediari, permette di spalancare le porte del mondo finanziario a più aziende e più investitori, aumentando liquidità e fatturati.

Ci voleva una legge?

In realtà, le tokenizzazioni di asset esistono da tempo. Alcuni Paesi, come ad esempio la Svizzera, erano già dotati di normative ad hoc da anni. La legge Italiana, dobbiamo dire, è molto completa nelle definizioni, nei diritti e doveri di chi emette azioni registrandole sulla blockchain e di chi investe.

Questo permette di dare orientamenti precisi a chi vuole muoversi nel settore (sia come fornitore di servizi, sia come investitore). Si evita cosi di finire nelle mani sbagliate o affidarsi a piattaforme con sedi in paradisi fiscali che non possono certamente aderire pienamente alla normativa italiana ed Europea.

Sembra una cosa da poco, ma tale decreto legge, magari con alcuni ampliamenti e chiarimenti, può diventare una vera e propria rivoluzione nel mondo Fintech, unendo tecnologia e finanza come mai prima.
Per gli appassionati del mondo blockchain è una grande prova. Infatti, oltre le cripto speculative, esistono le complicate e spesso strampalate società DeFi che recentemente sono finite nelle cronache per clamorosi fallimenti. Queste tecnologie sono mature per una mass adoption e per dimostrare potenziale ed efficacia nel migliorare molti aspetti delle nostre vite.