Quando si crea un portafoglio di investimento è fondamentale comprendere le correlazioni fra i vari mercati finanziari. La fortissima globalizzazione e il forte intervento delle banche centrali negli ultimi anni hanno modificato le vecchie logiche e molte correlazioni fra le varie asset class si sono fortemente indebolite o addirittura sono letteralmente sparite. Il confronto o la correlazione fra tali mercati presuppone ovviamente l’individuazione di strumenti finanziari riassuntivi dell’andamento dei vari comparti. Ad esempio:
- SPDR S&P 500 utilizzato come benchmark per il mercato azionario;
- ISHARES $ TREASURY BD 20+YR utilizzato per il comparto dei bond;
- LYXOR UCITS COMM CRB TR utilizzato come benchmark per le materie prime;
- LYXOR FED FUNDS US DOLLAR CASH utilizzato per studiare il comportamento del dollaro americano che, come sappiamo, ad oggi rimane ancora la valuta più forte.
Fasi di espansione e contrazione economica
Quanto sin qui descritto, mette in evidenza come, nelle fasi di espansione economica, l’aumento dei prezzi delle materie prime contribuisce alla crescita dell’inflazione con la conseguenza di un aumento dei tassi di interesse e dei rendimenti obbligazionari che provocano un’immediata “svolta” ribassista nelle quotazioni obbligazionarie che, a loro volta, contribuiscono ad un ribasso del mercato azionario.
Al contrario, nelle fasi di contrazione economica, i prezzi delle materie prime tendono al ribasso contribuendo ad una diminuzione dell’inflazione provocando una politica ribassista dei tassi di interesse (e conseguente ribasso dei rendimenti obbligazionari) con chiare e immediate implicazioni rialziste nelle quotazioni obbligazionarie ed azionarie.
Dunque, le materie prime determinano un movimento similare dei rendimenti obbligazionari ed opposto delle quotazioni obbligazionarie. Al contrario, le quotazioni obbligazionarie e quelle azionarie tendono ad avere andamenti analoghi.
A cosa serve l’analisi delle correlazioni, detta intermarket?
Nella fase risk off, gli investitori sono mossi dalla paura e preferiscono spostare la loro liquidità su attività che hanno un basso rischio.
Nella fase risk on, gli investitori sono mossi dalla positività e sono disposti ad assumersi dei rischi pur di ottenere rendimenti elevati.
Come si muovono di solito i mercati nelle due fasi economiche?
- Fase risk off: assisteremo ad un aumento del prezzo di attività poco rischiose come il bund (con ovvio calo dei rendimenti). Ci sarà invece un apprezzamento dell’oro e di valute forti come lo yen giapponese e il franco svizzero. Infine, si prevede un forte deflusso dai mercati azionari, soprattutto i titoli più rischiosi.
- Fase risk on: assisteremo ad un aumento del prezzo di attività azionarie come i titoli tecnologici e un apprezzamento dei bond ad alto rendimento, i cosiddetti high yield.
Ci sarà invece un apprezzamento di valute che offrono dei rendimenti più alti grazie ai maggiori tassi di interesse, come il dollaro australiano e il dollaro canadese.
Ricordiamo che tali principi vanno osservati con cautela in quanto, nelle fasi di eccessiva paura o eccessivo ottimismo, alcune correlazioni perdono di significato.