Investimenti mancati che avrebbero cambiato la storia

Riflettori

Dicembre è un periodo di bilanci e progetti, sia per la vita personale ma anche per gli obiettivi finanziari.
In questo periodo sempre conteso tra eccitazione e nostalgia, vogliamo raccontare anche noi qualche storia da “senno di poi”, cioè storie di investimenti mancati che, alla prova del tempo, si sono dimostrati dei grandi errori.

Blockbuster e Netflix

Era il lontano 2000 ed i vertici Netflix, che offriva un abbonamento per ricevere DVD via posta, dopo aver chiesto per mesi un incontro con Blockbuster, vengono contattati una sera per un appuntamento fissato alle 11.30 del mattino dopo.

Ad un costo di 20.000 dollari trovano un volo privato per andare ad incontrare il CEO di Blockbuster, John Antioco, a Dallas. Netflix aveva bisogno di 50 milioni di dollari per salvarsi. Antioco, forte del fatto di aver traghettato la sua società in una fase di forte espansione e quotazione in borsa, è molto sicuro delle sue posizioni.

Reed Hastings (CEO),Mark Randolph (co-founder) e Barry McCarthy (CFO) entrano nel quartier generale di Blockbuster impressionati dal lusso che li circonda. I tre, ironia della sorte, due anni prima avevano rifiutato un’offerta da Amazon galvanizzati da quella che poi si rivelò la bolla speculativa del 2000.

Antioco dopo averli ascoltati, fa riferimento diretto alla bolla dot.com appena scoppiata e dice “ok, se dovessimo unire le forze quanto volete?”. Secondo Randolph, Antioco fece una smorfia per trattenere le risate quando la risposta fu “50 milioni”. Non fece nessuna controfferta. Non credeva assolutamente in Netflix, anzi per lui sembrava uno scherzo.

Nel 2010 Blockbuster è andata in bancarotta. Ad oggi esiste ancora un negozio di videonoleggio Blockbuster in Oregon ma non dipende dalla società originaria.

Netflix ha cambiato le regole di fruizione di film e serie tv ma anche della stessa produzione e distribuzione. Cosa sarebbe successo se le due aziende si fossero fuse? Non lo sapremo mai…

Quante mani mangiate per Apple

La mela morsicata ha una lunga storia di rifuti clamorosi, quelli più gravi provengono proprio da due compagnie tecnologiche, Atari ed HP.

Steve Jobs negli anni 70 lavorava per Atari, e chiese al CEO e fondatore Nolan Bushnell 50mila dollari per un terzo di Apple. Nolan rifiutò: per 50mila dollari avrebbe comprato un terzo di una società che è arrivata a 3 triliardi.

Steve Wozniak era dipendente di HP mentre progettava il primo Mac con il suo amico Steve Jobs. Tre volte aveva chiesto ai suoi capi di investire in Apple, tre volte ricevette un rifiuto. Decise così di lasciare e dedicarsi full time ad Apple che è stata la prima compagnia della storia a valere un trilione di dollari (e poi la prima a valerne 2 e 3). Hp rimane molto al di sotto.

Perot: miliardario, filantropo, politico ma non crede in Bill Gates

Ross Perot nel dopoguerra era uno dei personaggi principali nel mondo finanziario e politico americano. Imprenditore del settore tecnologico, self made man che aveva iniziato nel ramo commerciale di IBM, candidato e supporter del Partito Democratico, sembrava un uomo dal tocco magico.

Eppure quando incontrò Bill Gates che, a 23 anni gli chiese almeno 40 milioni di dollari, gliene offrì massimo 15. L’affare non si fece, quel ragazzo ventitreenne continuò per la sua strada. Le quote che Perot non ha acquistato per 40 milioni, oggi, varrebbero quasi 800 milioni.

Ironia della sorte, Gates è diventato un miliardario filantropo e impegnato in sociale e politica proprio come Perot.

Kodak e l’autosabotaggio

Kodak, principale produttore di pellicole fotografiche e cinematografiche, ha sviluppato per prima, a metà degli anni 70, le prime fotocamere digitali.

Decide clamorosamente di tenere in standby l’invenzione perché altrimenti avrebbe rovinato il business principale, cioè vendere pellicole che, all’epoca, gli dava quasi un monopolio, coprendo il 90% del mercato USA.

Negli anni 80, Fuji entra nel mercato USA spingendo i formati digitali. Kodak fallirà nel 2012 per non aver creduto in una sua stessa invenzione.

Ti è mai capitato di rifiutare un investimento che poi, in realtà, si è rivelato un’occasione persa? Stai valutando di investire prima che finisca il 2022? Prova ad usare Quantistik per guidare le tue scelte e basarti su dati e numeri, anziché impressioni personali positive o negative!