Negli ultimi anni, l’economia globale ha attraversato una serie di turbolenze senza precedenti. Tra pandemia, crisi energetiche e conflitti geopolitici, le istituzioni economiche internazionali hanno dovuto navigare in un mare di incertezze. La Banca Centrale Europea (BCE) non fa eccezione. Di fronte a un’inflazione persistente e a una crescita economica stagnante, le mosse della BCE devono considerare la crescita dell’economica.
Giovedi 6 giugno, la BCE ha annunciato la sua intenzione di ridurre i tassi di interesse, una mossa che ha sorpreso molti analisti. Ecco dunque i nuovi tassi ufficiali delle operazioni dell’Eurosistema:
- tasso sulle operazioni di deposito overnight: 3.75%
- tasso di rifinanziamento principale: 4.25%
- tasso di rifinanziamento marginale (overnight): 4,5%
Tradizionalmente, i tagli dei tassi di interesse sono utilizzati per stimolare la crescita economica, rendendo il credito più economico e accessibile. Tuttavia, questa decisione arriva in un momento in cui l’inflazione dell’Eurozona rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% stabilito dalla BCE.
Tale decisione può sembrare controintuitiva, ma è il risultato di una valutazione attenta di diversi fattori economici:
- Rallentamento della Crescita Economica: L’Eurozona sta affrontando una crescita economica debole. Molti paesi membri stanno ancora cercando di riprendersi dagli effetti della pandemia di COVID-19, e la guerra in Ucraina ha ulteriormente destabilizzato l’economia.
- Mercato del Lavoro: Nonostante l’inflazione elevata, il mercato del lavoro in molti paesi dell’Eurozona rimane fragile. La BCE potrebbe ritenere che una politica monetaria più accomodante possa sostenere l’occupazione e ridurre il rischio di disoccupazione elevata.
- Pressioni Esterne: La politica monetaria delle altre grandi economie, come gli Stati Uniti, influenza anche le decisioni della BCE. Con la Federal Reserve che ha adottato una politica monetaria più restrittiva, un ulteriore allentamento da parte della BCE potrebbe aiutare a bilanciare le dinamiche valutarie e commerciali globali.
Implicazioni per l’Inflazione
Una delle principali preoccupazioni riguardo al taglio dei tassi è il suo potenziale impatto sull’inflazione. Riducendo i tassi di interesse, la BCE rischia di aumentare la domanda interna, che potrebbe ulteriormente alimentare l’inflazione. Tuttavia, la BCE sembra fiduciosa che le attuali pressioni inflazionistiche siano in gran parte transitorie e legate a fattori esterni, come l’aumento dei prezzi dell’energia e le interruzioni delle catene di approvvigionamento.
Il taglio previsto arriva nonostante la recente risalita dei prezzi al consumo nell’Eurozona. L’inflazione è scesa vicino all’obiettivo del 2% fissato dalla BCE, ma a maggio i dati sull’inflazione, sia complessiva che core, sono risultati superiori alle aspettative, segnando la prima accelerazione mese su mese del 2024.
Cosa succederà da qui a fine anno?
La decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse nonostante l’inflazione elevata riflette la complessità delle sfide economiche attuali. In un contesto di crescita economica debole e incertezze globali, la BCE ha scelto di privilegiare il sostegno all’economia rispetto alla lotta immediata contro l’inflazione. Questa mossa audace mostra la determinazione della BCE a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per mantenere la stabilità economica e promuovere la crescita nell’Eurozona.
Marco Wagner di Commerzbank Economic Research ha dichiarato: “C’è sicuramente il rischio che le colombe, che rappresentano la maggioranza all’interno del Consiglio direttivo della BCE, colgano l’opportunità e spingano per un secondo taglio dei tassi di interesse a luglio. Se i dati sull’inflazione dei prossimi mesi si rivelassero bassi, questa mossa non sarebbe da escludere”.
Resta da vedere se questa strategia porterà i risultati sperati senza aggravare ulteriormente le pressioni inflazionistiche.