Deflazione in Cina contro inflazione in Occidente: scenari preoccupanti? Mentre Europa e Stati Uniti sono alle prese con una lotta serrata all’inflazione che, a colpi di rialzi dei tassi, sta causando nervosismi ad investitori ed imprese, ad Oriente la situazione è totalmente diversa.
Prima di indagare su cosa stia succedendo in Oriente, bisogna avere chiaro il concetto di deflazione.
La deflazione è esattamente l’opposto di inflazione: i prezzi di beni e servizi diminuiscono nel tempo. Detta così sembrerebbe una buona notizia, i prezzi bassi potrebbero essere un grande stimolo all’economia, ma in realtà come sappiamo bene la macchina economica si basa su equilibri molto delicati.
Infatti, la deflazione è un sintomo spesso di una domanda in calo, il che significa anche meno scambi, meno circolazione di denaro, meno posti di lavoro creati ed anzi, un rischio più elevato di aumento della disoccupazione.
Quindi i prezzi che scendono sono una parte di una economia che si trova in una fase di rallentamento e che può avere impatti importanti a livello economico e sociale.
La Deflazione in Cina nel 2023
Cosa succede in Cina? I dati parlano chiaro, il Dragone sembra assopirsi: l’inflazione cinese, che esclude energia e cibo, è scesa dallo 0,6% allo 0,4%, ed i prezzi alla produzione sono diminuiti addirittura del 5,4% su base annua. Si tratta del calo più significativo degli ultimi 8 anni.
Le cause di questo calo sono molteplici.
- In primis, la lenta ripresa post-Covid ritardata rispetto all’Occidente dalle politiche di lockdown di intere città applicate fino a tutto il 2022
- Poi l’instabilità del settore immobiliare che ha visto il fallimento di alcuni colossi.
- E c’è anche una diminuzione della propensione al consumo dei cittadini cinesi, spossati da anni di emergenza pandemica e con molte preoccupazioni verso il futuro.
I mesi di tensione e di principio di guerra fredda, alimentati dalla crisi Ucraina e dall’annosa questione Taiwan, sicuramente non fanno bene alla situazione, magari ancora non ci sono stati impatti sulle esportazioni ma l’effetto psicologico può essere tale da convincere i cittadini cinesi a tenersi stretti i loro soldi in previsione di futuri spaventosi.
Dobbiamo preoccuparci?
La deflazione in Cina può avere due risvolti, uno positivo ed uno negativo, che possono presentarsi contemporaneamente.
Quello negativo riguarda principalmente le imprese Occidentali che esportano in Cina. Infatti, la diminuzione dei consumi riguarderà non solo i beni prodotti in Cina ma anche quelli prodotti fuori dalla Cina ed importati. Moda, design, vini, cibo sono tra i prodotti Italiani più amati nella terra del Dragone. Se la deflazione dovesse durare a lungo, molte aziende del Made in Italy potrebbero risentirne.
Il risvolto positivo invece è quello della riduzione dei prezzi di materie prime, energia ma anche merci cinesi di vario tipo. Un calo di prezzi che potrebbe aiutare le aziende colpite dall’inflazione a produrre con costi minori e quindi dare un minimo di sollievo dopo periodi di rialzi ed inflazione.