Quali sono i principali indicatori di redditività di un’azione?

Nozioni di economia

Partendo dalle informazioni dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico, è possibile realizzare diversi
indicatori in grado di formulare delle previsioni sul futuro andamento della società.
La costruzione di questi indicatori di redditività è possibile solamente se l’impresa in esame ha realizzato un utile di
esercizio
, in quanto un risultato negativo, non permette la strutturazione di tali indici. Questa condizione è sicuramente sintomo di una valutazione negativa della società.

Cosa sono gli indicatori di redditività?

Gli indicatori di redditività di una azione, o di un investimento in azioni, sono dei parametri utilizzati per valutare la performance dell’investimento e la capacità dell’azienda di generare profitti per i propri azionisti.

È importante notare che ogni indicatore ha i suoi limiti e che, per valutare la redditività di un’azione, è necessario considerare una serie di fattori, tra cui la situazione finanziaria dell’azienda, le tendenze di mercato e le condizioni macroeconomiche.

Ecco i principali indicatori di redditività più comuni:

ROE (RETURN ON EQUITY)

Il ROE (Return on Equity) è la misura più sintetica della redditività aziendale e permette di misurare le
variazioni dalla redditività pianificata. Questo indicatore descrive la capacità del management di creare valore per gli azionisti.
Viene calcolato come rapporto fra l’utile netto e il capitale netto apportato dagli azionisti.
Un ROE del 10% dice ad esempio che ogni euro investito nell’azienda fornisce un ritorno di 0,10 centesimi.
Affinchè si possa ritenere soddisfacente, il ROE deve avere un valore maggiore rispetto al tasso di interesse di breve termine, cioè i tassi risk free come, ad esempio, i titoli di Stato dei Paesi più forti.
Se si prende come riferimento l’utile netto, bisogna ricordarsi che tale valore risente di eventuali politiche
straordinarie o di politiche finanziarie che prevedono il pagamento di forti interessi finanziari.
Come detto in precedenza, un ROE con valore basso o addirittura negativo non è un buon segnale per
considerare l’azienda un buon investimento.
Va inoltre ricordato che l’utile netto viene calcolato dopo le imposte ed è quindi condizionato dalla gestione fiscale. Occorre capire il vero risultato operativo generato dalla gestione caratteristica, depurando l’utile netto da tali componenti.
Per questo motivo esiste un altro importante indicatore di redditività aziendale: il ROI.

ROI (RETURN ON INVESTMENT)

Il ROI (Return on Investment) esprime invece la misura del reddito operativo sul capitale investito. Il reddito operativo è una grandezza che fornisce il risultato economico, dato dalla differenza fra ricavi e costi della gestione caratteristica.
L’indicazione offerta dal ROI riguarda anche la capacità dell’impresa di perdurare nel tempo, adattandosi ai continui e imprevisti cambiamenti di mercato. Tale valore si ottiene in maniera agevole, tramite la
riclassificazione del conto economico.
Come verrà mostrato in seguito nelle riclassificazioni del conto economico, il reddito operativo non risente di proventi o oneri finanziari, né di gestioni accessorie, straordinarie o fiscali.

Un ROI del 15 % dice ad esempio che, fatto 100 il totale investito (impianti, macchinari, scorte ecc), si ha un ritorno di 15 €.
Un buon metro di valutazione dell’efficienza aziendale è confrontare il tasso medio del costo del denaro con il ROI:

  • se il ROI è uguale al costo medio del denaro, allora al crescere dei finanziamenti il ROE resta invariato.
  • se il ROI è maggiore del costo medio del denaro, allora al crescere dei finanziamenti il ROE aumenta.
  • se il ROI è minore del costo medio del denaro, allora al crescere dei finanziamenti il ROE diminuisce.

Il ROI è il risultato combinato di due indicatori: il Ros e il tasso di rotazione del capitale investito.
Il ROS (Return on Sales) è dato dal rapporto tra il reddito operativo ed i ricavi netti. Esso misura l’efficienza della gestione reddituale.
L’indice di rotazione del capitale investito è dato dal rapporto tra ricavi di vendita e capitale investito.
Tanto il ROS quanto l’indice di rotazione del capitale investito possono avere differenti effetti sul ROI.

Ad esempio, un’azienda con un basso indice di rotazione del capitale investito dovrà presentare una redditività delle vendite relativamente più elevata, rispetto ad un’azienda che presenta un indice di rotazione del capitale investito elevato, per ottenere lo stesso ROI.

ROD (RETURN ON DEBIT) E ROA (RETURN ON ASSET)

Infine, ci sono altri due indicatori poco conosciuti, ma comunque utilizzati da alcuni operatori di mercato: il ROA e il ROD.
Il ROD (Return on Debit) indica il livello medio di indebitamento di una società. In altre parole, permette di misurare la capacità della società di finanziarsi a tassi in linea con quelli di mercato.
Molti analisti tendono a confrontare l’indicatore con il reddito operativo aziendale, in quanto un ROD
maggiore del reddito operativo costituisce un segnala di allerta per gli azionisti della società.
Il ROA (Return on Asset) indica invece la redditività aziendale in relazione agli investimenti in essere, a
prescindere dalle forme di finanziamento messe in atto. L’obiettivo di questo indice è mettere in evidenza il risultato lordo della gestione caratteristica.